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La Filosofia dello Yoga: un Viaggio verso l'Unità di Corpo, Mente e Spirito

La filosofia dello yoga affonda le sue radici in un'antica saggezza che si è sviluppata nel corso di migliaia di anni in India, e che ancora oggi offre strumenti potenti per comprendere noi stessi e vivere in modo più consapevole.


Al di là delle posture fisiche, lo yoga è una filosofia di vita che abbraccia ogni aspetto dell'essere umano: corpo, mente e spirito.

In questo articolo esploreremo i fondamenti della filosofia yogica, i testi principali, le otto membra dello yoga secondo Patanjali e l'applicazione contemporanea di questi insegnamenti.


yoga pose

Origini e significato della parola "Yoga"


La parola "yoga" deriva dalla radice sanscrita "yuj", che significa unire, congiungere, integrare. Lo yoga, quindi, è l'unione del corpo con la mente, della mente con l'anima, e dell'individuo con l'universo.

È un percorso di armonizzazione e realizzazione interiore.

Le prime testimonianze dello yoga risalgono ai Veda, i testi sacri più antichi dell'India, risalenti a circa 3000 a.C. Tuttavia, è nei testi successivi, come le Upanishad e la Bhagavad Gita, che la filosofia dello yoga inizia a delinearsi con maggiore chiarezza.


I testi fondamentali della filosofia yogica


Tra i principali testi della tradizione yogica troviamo:

  • Le Upanishad: riflessioni filosofiche e spirituali alla base dell'Advaita Vedanta, che esplorano il concetto di atman (il Sé) e brahman (l'Assoluto).

  • La Bhagavad Gita: parte del poema epico Mahabharata, è un dialogo tra il guerriero Arjuna e il dio Krishna. Illustra i diversi sentieri dello yoga: karma yoga (azione disinteressata), bhakti yoga (devozione), jnana yoga (conoscenza) e raja yoga (disciplina mentale).

  • Gli Yoga Sutra di Patanjali: un'opera fondamentale che codifica lo yoga in 196 aforismi. È qui che troviamo la sistematizzazione dell'Ashtanga Yoga, o le otto membra dello yoga.


Le otto stadi dello yoga secondo Patanjali (Ashtanga Yoga)


Patanjali, considerato il padre dello yoga classico, nel suo testo "Yoga Sutra" ha descritto un percorso sistematico verso la liberazione, diviso in otto fasi (ashta = otto, anga = membra/stadi):

  1. Yama: i principi etici universali, che guidano il rapporto con il mondo esterno:

    • Ahimsa: non violenza

    • Satya: verità

    • Asteya: non rubare

    • Brahmacharya: moderazione o continenza

    • Aparigraha: non possesso

  2. Niyama: le osservanze personali, per la purificazione interiore:

    • Shaucha: purezza

    • Santosha: contentezza

    • Tapas: disciplina

    • Svadhyaya: studio di sé e dei testi sacri

    • Ishvarapranidhana: resa al divino

  3. Asana: le posture fisiche, che devono essere stabili e comode. L'obiettivo è preparare il corpo alla meditazione.

  4. Pranayama: il controllo del respiro. Attraverso tecniche specifiche si regolano le energie vitali (prana), influenzando anche la mente.

  5. Pratyahara: il ritiro dei sensi, cioè la capacità di rivolgere l'attenzione all'interno, distaccandosi dagli stimoli esterni.

  6. Dharana: la concentrazione, ovvero la capacità di mantenere la mente focalizzata su un unico oggetto.

  7. Dhyana: la meditazione vera e propria, uno stato di flusso continuo della coscienza.

  8. Samadhi: l'estasi, l'unione suprema con il Tutto. È lo stato finale dello yoga, la realizzazione del sé.


Altri sentieri dello yoga


Oltre all'Ashtanga Yoga, esistono diversi altri percorsi, ognuno dei quali mette l'accento su un aspetto diverso della crescita spirituale:

  • Bhakti Yoga: il sentiero della devozione. La relazione con il divino è vissuta attraverso amore, preghiera, canto (kirtan) e abbandono.

  • Karma Yoga: il sentiero dell'azione disinteressata. Agire senza attaccamento ai frutti delle proprie azioni.

  • Jnana Yoga: il sentiero della conoscenza. L'autoinchiesta, lo studio filosofico e la riflessione sono le vie per scoprire la vera natura del Sé.

  • Hatha Yoga: enfatizza il corpo come strumento per l'evoluzione spirituale, attraverso asana, pranayama e tecniche di purificazione (kriya).


Il fine ultimo dello yoga: Moksha


Il fine della filosofia dello yoga non è solo il benessere fisico o mentale, ma la liberazione (moksha) dalla sofferenza, dall'ignoranza e dal ciclo delle rinascite (samsara). Attraverso la pratica e la disciplina, lo yogi aspira a superare l'identificazione con l'ego e i sensi, per riconoscersi come coscienza pura, eterna e indivisibile.


La filosofia dello yoga nella vita quotidiana


Sebbene nata in un contesto antico, la filosofia dello yoga offre insegnamenti straordinariamente attuali. La non violenza (ahimsa), ad esempio, si può praticare anche nel modo in cui ci parliamo, nella scelta di un'alimentazione compassionevole, o nel rispetto degli altri. La concentrazione (dharana) e la meditazione (dhyana) possono diventare strumenti quotidiani per gestire lo stress e vivere con più presenza.

Anche senza adottare uno stile di vita monastico, possiamo trarre beneficio dallo yoga come cammino di auto-osservazione, consapevolezza e trasformazione.


Conclusione


La filosofia dello yoga è un invito a vivere con maggiore integrità, presenza e connessione. È un viaggio verso l'interno, dove corpo, mente e spirito si armonizzano, e dove l'individuo può riconoscere la sua natura più autentica. Non è necessario essere perfetti per iniziare questo cammino: è sufficiente iniziare con sincerità, ascolto e apertura.

In un mondo che spesso ci separa da noi stessi e dagli altri, lo yoga ci ricorda che siamo già interi, e che tutto ciò che cerchiamo è già dentro di noi.

 
 
 

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